La mostra di Franco Pozzi a Casa Moretti di Cesenatico, nasce da una suggestiva poesia di Paul Valéry: «Se mi trovassi davanti a questa effige / ignoto a me stesso, ignaro dei miei lineamenti / In tante orrende pieghe d’angoscia e di energia / Leggerei i miei tormenti e mi riconoscerei». Su questi versi l’artista lavora da tempo, ritraendo i volti di poeti e scrittori in opere di piccole dimensioni a matita: miniature che associano ai lineamenti dei maestri della letteratura alcuni minuscoli dettagli, a rappresentare i loro libri o la loro poetica. Nel tentativo di infondere il carattere di un libro nei lineamenti del suo autore, il testo torna allo scrittore che lo ha creato, influenzandone i tratti somatici: Simenon ha così i baffi e la pipa di Maigret, Pessoa è senza volto perché non era sicuro di esistere, Ibsen è alle prese con gli spettri, e Collodi ha il naso di Pinocchio. E, tra i venti nomi di scrittori raffigurati, Marino Moretti, immerso nel clima crepuscolare della sua Serenata delle zanzare, spia il visitatore di casa sua…
Congeniale – come scrive Massimo Pulini nella Presentazione – l’uso del lapis con cui l’artista tenta di raggiungere quell0 stesso “grado zero” morettiano, in un progressivo cupio dissolvi perseguito con quel «picchiettare in grigio perlaceo» che «equivale a un rarefarsi dell’immagine, una sua esplosione in vitro, sospesa un attimo prima di smarrire il legante visivo». Mai, come nel caso di questa mostra, “piccolo è bello”: come rivela Pozzi, disseminando le sue opere nel contesto della casa museo con la discrezione e il riserbo che gli sono propri.
Franco Pozzi, disegnatore, pittore, collezionista, storico e critico d’arte, è nato a Rimini nel 1966 dove vive e lavora. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, ha esposto nell’ambito di mostre collettive e personali e conduce attività didattiche e culturali sul territorio. Nel 2007 è stato invitato ad un progetto collaterale della 52° edizione della Biennale di Venezia nell’ambito delle «100 giornate in difesa della natura», dedicate alla figura di Joseph Beuys. Nel 2008 è stato ospite della XV Quadriennale di Roma.
Di lui scrive Massimo Pulini: «Del tutto alieno al discorso pubblico e solo in anni recenti approdato alla scrittura, l’artista ha affidato tutta la sua amplissima cultura visiva e letteraria nonché la sua sensibilità a un discorso fatto per sperimentazioni cromatiche, figure e scritte palindromiche, cancellazioni, costruzioni d’immagini con le polveri statiche. Più che un creatore di cose, Pozzi è uno scopritore di aure, un cultore di memorie atmosferiche: un “concettuale sentimentale”».
La mostra rimane aperta fino al 25 gennaio, sabato domenica dalle 15 alle 19. Dal 24 dicembre al 6 gennaio tutti i giorni con lo stesso orario.







