La biblioteca
La biblioteca raccoglie un fondo di circa 5/6.000 volumi, la cui area d’interesse coinvolge la letteratura italiana e straniera (soprattutto francese) tra Otto e Novecento nelle principali sezioni di poesia, narrativa e saggistica critica, ma anche nelle minori del teatro e dell’arte. Anche per i libri si può parlare di “archivio”: le dediche autografe, i segni di lettura (per lo più a lapis), o la presenza di volumi intonsi, rendono infatti un libro non un esemplare ma un documento.
Anche i libri concorrono a definire la fisionomia intellettuale dell’autore che ha costituito questa «libreria casalinga», come l’ha definita lo stesso Moretti.
Custoditi per la gran parte nelle nicchie a muro disseminate nella casa, la sua biblioteca fu organizzata da lui stesso per grossi nuclei.
Le tre nicchie della prima sala contengono l’iniziale collezione dello scrittore: opere italiane dell’ultimo Ottocento (De Amicis, Verga, Pirandello, Capuana, Nievo, Serao, Fogazzaro) e dei primi decenni del secolo scorso (D’Annunzio, Gozzano, Ojetti, Baldini, Bacchelli, Tozzi, e i toscani Palazzeschi, Cicognani e Soffici) e i romagnoli Oriani e Beltramelli.
In una nicchia centrale sono invece collocati i volumi in lingua francese, dono di Francesco Cazzamini Mussi, l’amico con cui scrisse e pubblicò i quattro poemi drammatici Leonardo Da Vinci (1909), Gli Allighieri (1910), Frate Sole (1911) e Giuditta (1912). I testi d’oltralpe, spesso coi segni di lettura, furono determinanti per la formazione del giovane Moretti. Sono quelli che più influenzarono il gusto del poeta crepuscolare con i toni del simbolismo di fine Ottocento: Verlaine, Rimbaud, Rodenbach, Maeterlinck, Samain, ma anche i romanzieri Flaubert e Goncourt, e i saggisti Maurice Barrès e Anatole France.
La nicchia del corridoio ospita l’angolo dei viaggi. Vi si trovano, fra gli altri, alcuni volumi della Guida ragionata dell’Italia diretta da Bertarelli (degli anni 1930-40) e una decina di Guides Baedeker. C’è anche una sezione dedicata alla Romagna.
Proseguendo, sulle scale si trova la sezione delle opere straniere, in prevalenza narrativa, in traduzione italiana. Ad alcuni classici dell’Ottocento francese e russo (i più letti sono Balzac, De Goncourt, Hugo, Cechov, Tolstoj), il nucleo più antico della biblioteca, fa seguito la collezione della Medusa di Mondadori con i nomi di Alain-Fournier, John Galsworthy, Thomas Mann, Hermann Hesse, André Gide e le tre grandi «M» di Francia: Maurois, Morand e Mauriac.
Altre sezioni importanti della «libreria casalinga» sono conservate nello studio. La narrativa italiana è rappresentata da un gruppo di autori quanto mai eterogeneo: da Raffaele Calzini ad Armando Meoni, da Francesco Chiesa a Guido Piovene, da Carlo Linati a Salvator Gotta, Guido Lopez e Orio Vergani. Da Grazia Deledda a Natalia Ginzburg.
Lo scaffale fra le due finestre contiene invece opere di critica letteraria e saggistica della prima metà del secolo (Croce, Serra, Pancrazi, Cecchi, De Luca, Angelini, Trompeo, Titta Rosa, Valgimigli), mentre accanto allo scrittoio sono disposti i libri di poesia italiana del Novecento. Vi compaiono soprattutto i crepuscolari (Palazzeschi, Govoni, Gozzano, Corazzini), ma anche autori fra loro diversi per generazione e ispirazione: da Sibilla Aleramo ai fratelli Novaro, da Arturo Onofri a Carlo Betocchi, da Sandro Penna a Diego Valeri, da Vincenzo Cardarelli a Vittorio Sereni, da Umberto Saba a Spallicci e Tonino Guerra.
E se da un lato è evidente che Moretti non fu un attento conservatore di libri, tantomeno un bibliofilo, dall’altro appare altrettanto ligio per l’aver preservatoseimila ritagli, che contengono scritti suoi o contributi critici alla sua opera.
Consulta il catalogo dei volumi appartenuti al poeta Marino e l’intero fondo librario di Casa Moretti.